01 febbraio 2014

la valigia del mio bisnonno, classe 1888

Non so se vi ho raccontato che lo scorso anno, dopo quasi 10, ho riaperto la casa dei miei nonni, nel Monferrato, scoprendo quel mondo che adesso mi appassiona, e che vede protagonisti i vecchi oggetti, con le loro storie di vita.

I nonni tenevano tutto, era prezioso anche il vassoio in plastica del gelato, quanti ne ho dovuti buttare! come i vasetti, mille se non di più, riciclati per metterci le marmellate, i sughi, verdure sott'olio..

Nel fienile ho trovato questa valigia in cartone. Era proprio malmessa, l'interno è da rifoderare perché la stoffa è un po' sporca, ma si può sentire ancora forte l'odore di naftalina, l'esterno invece l'ho sistemato usando del lucido marrone per scarpe ed ora sembra nuova, anzi no, non voglio definirla nuova, diciamo ristrutturata!

In una tasca interna c'era una targhetta di quelle militari, con tutti i dati del mio antenato ed un numero di matricola, con una data posta in basso: 1929, chissà cosa significa.

Non so se qualcun'altro l'ha usata oltre al bisnonno, sopravvissuto alla prima guerra mondiale, probabilmente mio nonno, o forse mio padre.



Dovete sapere che da oltre due secoli c'è l'avvicendarsi di due nomi, nella parte della mia famiglia paterna e sono Remo ed Enrico. Il bisnonno di cui vi parlo si chiamava Enrico, che chiamò il figlio, mio nonno, Remo, che a sua volta chiamò mio padre Enrico che chiamò mio fratello Remo. Ora, mio fratello Remo essendo padre di due figlie, ha lasciato che il nome Enrico lo adottassi io, dandolo al mio terzo figlio che un giorno, se vorrà, potrà farsi aggiungere il mio cognome e così non andrà persa la tradizione.

Mi piace pensare che questa valigia custodisca ricordi di viaggi in carrozza o treno a vapore, magari verso una città, e sogni di speranza,  allegri e curiosi.

La metterò nella mia nuova vetrina, per il mercatino che andrò a preparare probabilmente a metà di questo mese di febbraio, tempo e salute permettendo!

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