10 febbraio 2006

la capo-mondina


Una capa deve saper contrattare coi padroni.

C'è chi tra questi è poco pretestuoso: gli basta una prima passata dell'erba grossa, magari un trapiantino negli angoli in cui non s'è riuscito a seminare col trattore e infine un breve passaggio per togliere il "pabi" (il giavone, un'erba difficilissima da individuare perché molto somigliante al riso).

Un padrone così vuole la velocità, un lavoretto rapido e di solito non si fa vedere nei campi, manda semmai a controllare il suo "campé", l'uomo che si occupa della regolazione dell'acqua nelle risaie.

Poi ci sono i pignoli che non badano né alla spesa né al tempo impiegato. Vogliono la perfezione, la pretendono. Ne conobbi uno così fissato che a lavoro terminato scese direttamente in risaia, si immerse fino all'inguine per vedere se c'era ancora dell'erba!

Angela era bravissima a mediare, capiva subito, dando un'occhiata al terreno, quanto ci avremmo messo a mondarlo e, naturalmente, a spuntarne una buona paga. Rinunciammo perfino ad un incarico, una volta, perché lo stesso padrone, l'anno prima, aveva preteso che lavorassimo con la grandine, facendoci ammazzare di fatica!

La leader deve saper spegnere i fuochi di una lite.
Come in tutti gli impieghi, capitava che qualche donna si lamentasse, volesse una posizione più comoda. La capa decideva in base alle esigenze personali di ognuna, perché ci conosceva bene tutte quante.

Ci fu un episodio divertentissimo. C'era la Lucia che stava al centro della squadra, in una parte del terreno molto molle. Angela s'era portata invece verso l'argine. Lì c'era più erba ma si camminava meglio. Vide la Lucia affaticata e perciò le chiese di cambiare con lei. La Lucia parve felice della proposta, ma poco tempo dopo si lamentò che da lei c'era tanta erba.

Allora prese il posto della Rusin, più al centro e vicina alla Franca. Non andò bene comunque, tant'è che continuò a sbuffare e a imprecare. Finì che la capa, spazientita, la rimbeccò: "oh Luci bella, se hai il duro vuoi il molle, se vai nel molle poi vuoi il duro, deciditi!!". Battuta spassosissima per la cadenza dialettale e per il facile doppiosenso che sicuramente aiutò a sdrammatizzare la difficile situazione che stava degenerando in litigio.

Alcune mondine, pur di tirar giornata e non finire il campo prima si mettevano a "far ballare l'acqua", tiravano lungo, ecco. L'Angela questi atteggiamenti non li sopportava. Se si finiva un campo e mancava poco al termine dell'orario se ne incominciava un altro se questo stava nelle vicinanze, altrimenti si tornava a casa, perdendo i minuti che ancora restavano. Atteggiamento che di solito veniva comunque premiato dal datore di lavoro che ci regalava l'uscita anticipata.

la gerarchia nella squadra

Anche tra le mondariso, così come nelle multinazionali, esiste un organigramma e una scala precisa di compiti svolti a seconda dell'esperienza e delle proprie capacità.

Durante la mia prima stagione altro non facevo che portare via erba fino all'argine, un lavoro faticoso lasciato alle più giovani e alle meno esperte.

E' un continuo andare e tornare, mentre le altre mondano riempiendosi le mani e formando il carico, giusto in tempo per essere raccolto e trascinato a riva: una tortura per la schiena ma soprattutto per le dita e i polsi che devono trattenere quel peso.

Se però sei svelta fai in fretta anche a passare di ruolo e finisci nel mezzo della fila di mondine, posizione ottimale, perfetta, hai da entrambi i lati delle colleghe che ti aiutano e se il campo non è tanto sporco ognuna si porta il proprio mazzo d'erba a riva direttamente.

Le più esperte stanno per ultime ai lati della fila, cercando di mantenere la linea, di non perdere il segno del precedente passaggio e, di solito, questo ruolo è della leader.

La leader è colei che contatta i padroni, organizza le giornate di lavoro, controlla che le ore pagate siano giuste e garantisce la regola d'arte del lavoro, in pratica è quella che si fa il mazzo per procacciare le giornate al gruppo.

Nell'80 non esistevano quasi più grosse squadre, al massimo si arrivava a gruppi di 10/12 donne e all'ingaggio gli agricoltori facevano molto bene i conti sui giorni da far fare e sugli ettari da passare. Capitava che qualche squadra, a metà stagione, non trovando più padroni, fosse costretta a smembrarsi, formando gruppetti di 2/3 componenti, assumibili perciò anche da piccoli proprietari terrieri.

La nostra squadra era costituita da 6 elementi, eccezionalmente, per ritardi dovuti alla semina o al lavoro dei campi, in certe giornate venivamo accorpate ad altre mondine, per finire prima i lavori. La capa, in ogni caso, restava sempre la nostra Angela. Lei era un tipo scattante, sempre pronta a darti una mano ma anche a dirtene quattro se non facevi bene.

Una volta ci unirono ad una squadra di mondine sconosciute, venute giù dall'Oltrepo Pavese. Loro non andavano ad ore, ma a ettari. Così, pur di macinare strada, pestavano l'erba sotto i piedi, lasciandoci indietro ad arrancare per stare al passo... noi sembravamo più lente!

Ma l'Angela, che era una tosta e conosciuta per la sua lealtà e onestà andò a lamentarsi col padrone che, senza farsi vedere, controllò il lavoro col binocolo per un giorno intero.
Ne venne fuori un bailamme incredibile: quelle furono cacciate via e in zona non si videro più!