Questo è un mestiere creativo, dove ognuno di noi può lasciarsi trasportare dalla fantasia e gestire come vuole lo spazio per l'esposizione degli oggetti.
Le vetrine variano a seconda anche della merce in vendita, personalmente, trattando quasi esclusivamente porcellane e articoli casalinghi, seguo queste regole:
1) preferisco organizzare il piano come fosse una tavola imbandita, quindi sistemo i 6 tavoli da campeggio vicini in modo tale da coprirli con una grande tovaglia, in tessuto pregiato, che si diversifica a seconda del periodo stagionale o di festa, ad esempio, per Natale aggiungo parte di tessuti rossi, mentre per Pasqua opto per stoffe con colori verdi/gialli.
2) anche il materiale spesso è scelto seguendo i temi stagionali: in estate mi piace esporre oggetti colorati, brocchette per il vino, alzatine per la frutta, piatti da portata per pietanze fredde, mentre in inverno colloco zuppiere e tazze da brodo!
3) è importante avere accessori adeguati: se devo esporre dei piatti, ho bisogno di una piattaia che aiuti, quindi ne ho trovate due in legno, comodissime, che tengono anche ingenti pesi.
4) davanti in prima fila, in quella che considero, appunto, la "pole position", metto i servizi belli in porcellana antica, un po' arretrati gli altri servizi da caffé e the più moderni e meno costosi. Cerco sempre di mantenere una particolare divisione tra il pregiato e l'economico e, nei generi, lo stile classico da quello rustico.
5) è impossibile e normale non riuscire a vendere tutto quello che è esposto! La comodità porta spesso a riportare lo stesso materiale per diversi mercati, ma devo ammettere che è noioso rifare la stessa vetrina per 2/3 volte di seguito, preferisco perdere un paio d'ore e selezionare oggetti diversi. Tra l'altro, ogni mercatino ha la sua particolarità, a seconda di dove viene svolto. Nei paesini la richiesta è diversa che non nella grandi città, ove tra l'altro ci sono molti più espositori e quindi maggiore concorrenza!
7) un consiglio per chi vuole cominciare questo mestiere, e mi permetto di darlo benché sia neppure un anno che lo faccio: non restate dietro al banco a leggere, al telefono, chiusi nei fatti vostri, interagite con le persone, senza aggredirle ma sorridendo, dando semplici informazioni su come avete recuperato il materiale, di cosa è fatto, due parole ecco. In tal modo create subito un aggancio che spesso non porta a vendere qualcosa ma a farvi conoscere. Ho trovato tantissime amiche così, persone che mi contattano, mi chiedono come va, insomma, il senso del mercatino è anche questo: conoscere nuove persone!
8) quando ritiro la merce, mai prima delle 6 di sera, sia in inverno che in estate, cerco di assemblare gli oggetti in modo tale da averli divisi e pronti per il mercato dopo, ad esempio, i servizi di caffé e the in un'unica scatola (quella delle banane, classica, capiente e indistruttibile!). Inutile dirvi che ci impiego moltissimo a smantellare il banco, dovendo incartare uno ad uno tutti i pezzi, ma la calma è indispensabile e poi è veramente strano, mentre si ritira di solito arrivano clienti e chiedono proprio il servizio che stai chiudendo!
9) ultimamente ho aggiunto qualche accessorio in più, in questi mercati estivi piacciono tanto i cesti ed io ne ho ricavati parecchi liberando la soffitta di una maestra in pensione, ne aveva quasi 200! diversificare è importante, non mi stanco di ripeterlo!
10) infine, traendo le somme dai miei mercatini di un anno di lavoro (circa 3 domeniche al mese) ammetto di non ricavare grandi cifre, ma neppure di rimetterci. Inoltre, in questi mesi mi sono creata un giro di affari con clienti affezionati che addirittura mi chiedono di cercare per loro determinati oggetti, insomma, fanno delle ordinazioni, il che è davvero incentivante e gratificante.
La ricerca del materiale è il carburante per andare avanti, è il motivo per cui io stessa giro i mercatini, per vedere e semmai comprare oggetti che nella mia vetrina possono trovare una giusta collocazione per accontentare anche chi fedelissimo, mi segue sempre!